Giovedì (29 ottobre) verrà inaugurata nel Braccio di Carlo Magno, in Vaticano, la Mostra “Padre Matteo Ricci e la Cina”, che rievoca la figura e l’opera del gesuita italiano nel IV centenario della morte.La Mostra ospitata in Vaticano è suddivisa in cinque sezioni: La Compagnia di Gesù e Padre Matteo Ricci. Ritratti e documenti; La Roma di Matteo Ricci; Matteo Ricci e la Cina; L’opera scientifica e geografica; e L’eredità/inculturazione.
Nato a Macerata il 6 ottobre 1552, il futuro “Apostolo della Cina” entrò a diciotto anni nella Compagnia di Gesù a Roma, maturando ben presto un’autentica vocazione missionaria.
Nel 1577 chiese di essere destinato alle Missioni d’Oriente e a tal fine partì per il Portogallo, tappa di preparazione all’apostolato orientale; imbarcatosi a Lisbona con 14 confratelli, il 13 settembre 1578 approdò a Goa, in India, dove era sepolto San Francesco Saverio.
Trascorse alcuni anni in terra indiana, insegnando materie umanistiche nelle scuole della Compagnia, prima dell’ordinazione sacerdotale ricevuta a Cochin, luogo in cui celebrò la prima Messa il 26 luglio 1580.
Si stavano intanto avvicinando i tempi della nuova destinazione: il Visitatore delle Missioni d’Oriente Alessandro Valignano trasmise a padre Ricci l’ordine di recarsi a Macao per studiare la lingua cinese e prepararsi ad entrare in Cina, allora impenetrabile agli stranieri.
Il tanto atteso ingresso ebbe luogo il 10 settembre 1583. Padre Matteo e il confratello Michele Ruggieri raggiungono Zhaoqing, dove iniziano a costruire la prima casa e la prima chiesa, completata nel 1585. La piccola comunità gesuita si trasferì poi a Shaozhou, Nanchang e Nanchino, per entrare finalmente a Pechino il 24 gennaio 1601.
Ben accolto dall’imperatore Wanli della dinastia Ming, padre Ricci fu elevato al rango di Mandarino, ricevuto alla corte del Celeste Impero, ospitato da alti funzionari civili e militari. “Farsi cinese con i cinesi”: questo l’innovativo metodo di evangelizzazione di padre Ricci, che seppe adattarsi agli usi e tradizioni locali, per essere più vicino a coloro ai quali annunciava il Vangelo.
La via dell’ “inculturazione” scelta dal gesuita, unita alla pratica instancabile della carità, seppe dare i suoi frutti, con le conversioni di importanti dignitari e di esponenti di ceti modesti, colpiti dal grande rispetto del missionario per il Confucianesimo e per il patrimonio culturale cinese.
Grande ammirazione destarono anche le conoscenze scientifiche del Ricci, che portò in Cina la matematica e la geometria dell’Occidente, insieme ai grandi apporti del Rinascimento nel campo della geografia, della cartografia e dell’astronomia.
Oltre ad insegnare in lingua cinese numerose discipline scientifiche ed umanistiche, lasciò un gran numero di scritti, quali il “Trattato sull’amicizia”, il “Mappamondo cinese”, il Trattato “Genuina nozione del Signore del Cielo”, “Sommario della dottrina cristiana”, “Christianità nella Cina”, “Commentari” e “Lettere dalla Cina”, contribuendo in modo decisivo alla fondazione della moderna sinologia e alla diffusione della conoscenza dell’Occidente in Cina e in tutto l’Oriente.
“Li Madou” – questo il nome cinese di padre Ricci – si spense a Pechino l’11 maggio 1610. In deroga alla tradizione di non consentire l’inumazione in Cina agli stranieri, l’imperatore concesse un terreno per la sua sepoltura, come estremo tributo alla sua scienza e al suo amore per i cinesi.La mostra sarà visitabile dal 30 ottobre 2009 fino al 24 gennaio 2010.
Nel 1577 chiese di essere destinato alle Missioni d’Oriente e a tal fine partì per il Portogallo, tappa di preparazione all’apostolato orientale; imbarcatosi a Lisbona con 14 confratelli, il 13 settembre 1578 approdò a Goa, in India, dove era sepolto San Francesco Saverio.
Trascorse alcuni anni in terra indiana, insegnando materie umanistiche nelle scuole della Compagnia, prima dell’ordinazione sacerdotale ricevuta a Cochin, luogo in cui celebrò la prima Messa il 26 luglio 1580.
Si stavano intanto avvicinando i tempi della nuova destinazione: il Visitatore delle Missioni d’Oriente Alessandro Valignano trasmise a padre Ricci l’ordine di recarsi a Macao per studiare la lingua cinese e prepararsi ad entrare in Cina, allora impenetrabile agli stranieri.
Il tanto atteso ingresso ebbe luogo il 10 settembre 1583. Padre Matteo e il confratello Michele Ruggieri raggiungono Zhaoqing, dove iniziano a costruire la prima casa e la prima chiesa, completata nel 1585. La piccola comunità gesuita si trasferì poi a Shaozhou, Nanchang e Nanchino, per entrare finalmente a Pechino il 24 gennaio 1601.
Ben accolto dall’imperatore Wanli della dinastia Ming, padre Ricci fu elevato al rango di Mandarino, ricevuto alla corte del Celeste Impero, ospitato da alti funzionari civili e militari. “Farsi cinese con i cinesi”: questo l’innovativo metodo di evangelizzazione di padre Ricci, che seppe adattarsi agli usi e tradizioni locali, per essere più vicino a coloro ai quali annunciava il Vangelo.
La via dell’ “inculturazione” scelta dal gesuita, unita alla pratica instancabile della carità, seppe dare i suoi frutti, con le conversioni di importanti dignitari e di esponenti di ceti modesti, colpiti dal grande rispetto del missionario per il Confucianesimo e per il patrimonio culturale cinese.
Grande ammirazione destarono anche le conoscenze scientifiche del Ricci, che portò in Cina la matematica e la geometria dell’Occidente, insieme ai grandi apporti del Rinascimento nel campo della geografia, della cartografia e dell’astronomia.
Oltre ad insegnare in lingua cinese numerose discipline scientifiche ed umanistiche, lasciò un gran numero di scritti, quali il “Trattato sull’amicizia”, il “Mappamondo cinese”, il Trattato “Genuina nozione del Signore del Cielo”, “Sommario della dottrina cristiana”, “Christianità nella Cina”, “Commentari” e “Lettere dalla Cina”, contribuendo in modo decisivo alla fondazione della moderna sinologia e alla diffusione della conoscenza dell’Occidente in Cina e in tutto l’Oriente.
“Li Madou” – questo il nome cinese di padre Ricci – si spense a Pechino l’11 maggio 1610. In deroga alla tradizione di non consentire l’inumazione in Cina agli stranieri, l’imperatore concesse un terreno per la sua sepoltura, come estremo tributo alla sua scienza e al suo amore per i cinesi.La mostra sarà visitabile dal 30 ottobre 2009 fino al 24 gennaio 2010.
Fonte: CM 27 10 09
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