Per conoscere e apprezzare la ricchezza della produzione più tipica e tradizionale del territorio
Si inizia il viaggio dalla semplicità e versatilità della ceramica, della terracotta e della maiolica. È l’artigianato più universale e allo stesso tempo il più differenziato. La provincia di Ascoli Piceno vede storicamente una forte diffusione di botteghe artigiane sul suo territorio. L’arte di decorare la maiolica ad Ascoli è presente sin dal Cinquecento. In questo periodo si fa sempre più netta la distinzione tra “fornaciari” produttori di laterizi, vasai fabbricanti di vasi e utensili in terracotta, e “maiolicari”, produttori di oggetti in ceramica decorata. Le fornaci si diffondono nel periodo dell’espansione urbana. Una diffusione che diminuisce con l’introduzione di macchinari e nuovi sistemi di lavorazione. Diversa la sorte degli utensili in terracotta e delle ceramiche decorative. Non toccati dal mutamento dei processi di produzione in senso industriale, questi prodotti hanno resistito per secoli sul mercato nella loro versione autentica e artigianale.
Dalla ceramica, si passa ad un altro artigianato povero, quello della paglia, basato sul recupero di materiale di scarto delle produzioni agricole. Già nel Settecento si definisce un’area specifica di produzione che assume presto i caratteri del distretto produttivo. L’area di produzione è quella compresa tra i comuni di Falerone, Monte Vidon Corrado, Montappone e Massa Fermana, i “paesi della treccia”. I prodotti realizzati vanno dai cappelli alle paiarole (manufatti d’uso casalingo tipici di Acquaviva Picena), dagli accessori d’abbigliamento ai complementi d’arredo.
Un artigianato anche fatto di contrasti, dalla povertà dell’argilla e della paglia alla ricchezza dell’oro. Notevole infatti il patrimonio tradizionale nell’ambito della cultura orafa. Molti i laboratori presenti su un territorio in prevalenza agricolo, e stupenda l’arte quattrocentesca del Vannini.
Un’altra arte dalla nobile tradizione è quella legata al legno. Ha origini umili, ma è capace di raggiungere risultati di alto pregio. La lavorazione del legno nasce infatti dall’attività contadina. Dalla realizzazione di semplici attrezzi agricoli si passa alla costruzione di utensili, madie, panche e sedie, fino alle creazioni più originali. È Amandola nel Piceno il centro che più si identifica con l’arte della lavorazione del legno. Le vie del paese offrono una collezione di porte e portoni di ogni epoca. L’artigianato amandolese produce inoltre la tradizionale poltrona marchigiana rivestita in cuoio. Gli ebanisti di Amandola si dedicano anche al restauro del mobile antico.
Dalla versatilità del legno alla duttilità dei metalli. La lavorazione artigianale dei metalli nasce con l’esigenza di realizzare attrezzi domestici e professionali. Dalle botteghe escono però nel tempo anche oggetti sempre più raffinati. Artigiani del ferro battuto operano a Fermo, Ascoli Piceno, Appignano. Artigiani anonimi, che hanno lasciato in eredità ai loro paesi cancelli, ghiere di pozzi, insegne di locande, bandiere segnavento.
Importante anche la lavorazione del rame. Si sviluppa in relazione all’utensileria domestica, e di lì si diffondono laboratori di ramai, anche detti calderai, a Fermo, sin dal Medioevo, a Porto San Giorgio, Montefiore, Monterubbiano, Spinetoli, Sant’Elpidio a Mare. L’area di elezione della lavorazione del rame è però il comune di Force, rappresentante dell’arte dei calderai piceni.
Dalle tonalità metalliche alle sfumature del travertino piceno. Il travertino è presente in grandi quantità nell’alta valle del Tronto, soprattutto tra Ascoli Piceno e Acquasanta Terme. Grazie ad un’abbondante presenza, è da sempre l’elemento principale per la costruzione di case, strade, ponti, fortificazioni. Oggi il travertino è impiegato per rivestimenti, pavimentazioni e arredo d’interni, per i pregi estetici e tecnici della pietra.
Dalle tonalità eleganti del travertino ai colori del mosaico. Nelle Marche ogni museo archeologico conserva almeno un frammento di mosaico rinvenuto nel territorio. Nel Piceno la maggior parte degli esemplari si concentra nei centri di Cupra Marittima, Fermo, Falerone, Grottammare e della stessa Ascoli. La nuova stagione del mosaico nelle Marche lo vede applicato nell’oggettistica, nel rivestimento del mobile, nella decorazione artistica di interni e pavimentale. Diversi i nuovi laboratori artistici locali, specialmente ad Ascoli Piceno, Grottammare e S. Elpidio a Mare.
Concludiamo quindi questo viaggio con tre forme d’artigianato artistico particolarmente legate al territorio in modi differenti.
Il primo è l’artigianato del cuoio. Scarpe ma non solo. La provincia di Ascoli Piceno è infatti tradizionalmente ricca di laboratori artigianali per la lavorazione del cuoio, presenti sin dal Quattrocento in vari centri. Prima di tutto Ascoli Piceno, poi Amandola, Ripatransone, Massignano, Carassai. Largo uso del cuoio viene fatto, soprattutto allora, nei più vari settori della manifattura artigiana. Nella legatoria, per le copertine dei libri. Nel settore dell’arredamento, per il rivestimento di poltrone, sedie e divani. Nella seconda metà dell’Ottocento iniziano poi a diffondersi nel Fermano laboratori specializzati nella produzione di scarpe. Con il passare degli anni la produzione della calzatura raggiunge una grande diffusione, e l’attività si trasforma in un’industria vera e propria, che ha sempre però mantenuto caratteri artigianali. Un altro mondo dell’artigianato fortemente radicato nel territorio è quello del merletto a tombolo a fuselli. Offida, cittadina dell’entroterra piceno, ne custodisce le tradizioni. Il merletto a tombolo è il suo prodotto manifatturiero più rappresentativo, sin dalla fine del XV secolo. Un’espansione particolare si ha nel Seicento, grazie all’iniziativa delle monache benedettine giunte ad Offida nel 1655 e stabilitesi presso il convento di San Marco. Lo sviluppo dell’arte del merletto continua nel Settecento e Ottocento, nonostante il processo di industrializzazione.
Infine, il rinomato artigianato cartario delle Marche. Oltre alla celebre Fabriano, un po’ tutte le Marche ne conoscono lo sviluppo. Nel Piceno Ascoli è una città rappresentativa. Molto nota la sua Cartiera Papale, complesso architettonico concepito per il lavoro artigianale e suddiviso in diverse zone di lavorazione. La tradizione secolare nella produzione della carta nelle Marche ha comportato lo sviluppo di attività d’artigianato artistico correlate, restauro del libro antico e legatoria artistica. Il territorio marchigiano può vantare la presenza di diversi laboratori tuttora operativi.
R: L Ricci
Dalla ceramica, si passa ad un altro artigianato povero, quello della paglia, basato sul recupero di materiale di scarto delle produzioni agricole. Già nel Settecento si definisce un’area specifica di produzione che assume presto i caratteri del distretto produttivo. L’area di produzione è quella compresa tra i comuni di Falerone, Monte Vidon Corrado, Montappone e Massa Fermana, i “paesi della treccia”. I prodotti realizzati vanno dai cappelli alle paiarole (manufatti d’uso casalingo tipici di Acquaviva Picena), dagli accessori d’abbigliamento ai complementi d’arredo.
Un artigianato anche fatto di contrasti, dalla povertà dell’argilla e della paglia alla ricchezza dell’oro. Notevole infatti il patrimonio tradizionale nell’ambito della cultura orafa. Molti i laboratori presenti su un territorio in prevalenza agricolo, e stupenda l’arte quattrocentesca del Vannini.
Un’altra arte dalla nobile tradizione è quella legata al legno. Ha origini umili, ma è capace di raggiungere risultati di alto pregio. La lavorazione del legno nasce infatti dall’attività contadina. Dalla realizzazione di semplici attrezzi agricoli si passa alla costruzione di utensili, madie, panche e sedie, fino alle creazioni più originali. È Amandola nel Piceno il centro che più si identifica con l’arte della lavorazione del legno. Le vie del paese offrono una collezione di porte e portoni di ogni epoca. L’artigianato amandolese produce inoltre la tradizionale poltrona marchigiana rivestita in cuoio. Gli ebanisti di Amandola si dedicano anche al restauro del mobile antico.
Dalla versatilità del legno alla duttilità dei metalli. La lavorazione artigianale dei metalli nasce con l’esigenza di realizzare attrezzi domestici e professionali. Dalle botteghe escono però nel tempo anche oggetti sempre più raffinati. Artigiani del ferro battuto operano a Fermo, Ascoli Piceno, Appignano. Artigiani anonimi, che hanno lasciato in eredità ai loro paesi cancelli, ghiere di pozzi, insegne di locande, bandiere segnavento.
Importante anche la lavorazione del rame. Si sviluppa in relazione all’utensileria domestica, e di lì si diffondono laboratori di ramai, anche detti calderai, a Fermo, sin dal Medioevo, a Porto San Giorgio, Montefiore, Monterubbiano, Spinetoli, Sant’Elpidio a Mare. L’area di elezione della lavorazione del rame è però il comune di Force, rappresentante dell’arte dei calderai piceni.
Dalle tonalità metalliche alle sfumature del travertino piceno. Il travertino è presente in grandi quantità nell’alta valle del Tronto, soprattutto tra Ascoli Piceno e Acquasanta Terme. Grazie ad un’abbondante presenza, è da sempre l’elemento principale per la costruzione di case, strade, ponti, fortificazioni. Oggi il travertino è impiegato per rivestimenti, pavimentazioni e arredo d’interni, per i pregi estetici e tecnici della pietra.
Dalle tonalità eleganti del travertino ai colori del mosaico. Nelle Marche ogni museo archeologico conserva almeno un frammento di mosaico rinvenuto nel territorio. Nel Piceno la maggior parte degli esemplari si concentra nei centri di Cupra Marittima, Fermo, Falerone, Grottammare e della stessa Ascoli. La nuova stagione del mosaico nelle Marche lo vede applicato nell’oggettistica, nel rivestimento del mobile, nella decorazione artistica di interni e pavimentale. Diversi i nuovi laboratori artistici locali, specialmente ad Ascoli Piceno, Grottammare e S. Elpidio a Mare.
Concludiamo quindi questo viaggio con tre forme d’artigianato artistico particolarmente legate al territorio in modi differenti.
Il primo è l’artigianato del cuoio. Scarpe ma non solo. La provincia di Ascoli Piceno è infatti tradizionalmente ricca di laboratori artigianali per la lavorazione del cuoio, presenti sin dal Quattrocento in vari centri. Prima di tutto Ascoli Piceno, poi Amandola, Ripatransone, Massignano, Carassai. Largo uso del cuoio viene fatto, soprattutto allora, nei più vari settori della manifattura artigiana. Nella legatoria, per le copertine dei libri. Nel settore dell’arredamento, per il rivestimento di poltrone, sedie e divani. Nella seconda metà dell’Ottocento iniziano poi a diffondersi nel Fermano laboratori specializzati nella produzione di scarpe. Con il passare degli anni la produzione della calzatura raggiunge una grande diffusione, e l’attività si trasforma in un’industria vera e propria, che ha sempre però mantenuto caratteri artigianali. Un altro mondo dell’artigianato fortemente radicato nel territorio è quello del merletto a tombolo a fuselli. Offida, cittadina dell’entroterra piceno, ne custodisce le tradizioni. Il merletto a tombolo è il suo prodotto manifatturiero più rappresentativo, sin dalla fine del XV secolo. Un’espansione particolare si ha nel Seicento, grazie all’iniziativa delle monache benedettine giunte ad Offida nel 1655 e stabilitesi presso il convento di San Marco. Lo sviluppo dell’arte del merletto continua nel Settecento e Ottocento, nonostante il processo di industrializzazione.
Infine, il rinomato artigianato cartario delle Marche. Oltre alla celebre Fabriano, un po’ tutte le Marche ne conoscono lo sviluppo. Nel Piceno Ascoli è una città rappresentativa. Molto nota la sua Cartiera Papale, complesso architettonico concepito per il lavoro artigianale e suddiviso in diverse zone di lavorazione. La tradizione secolare nella produzione della carta nelle Marche ha comportato lo sviluppo di attività d’artigianato artistico correlate, restauro del libro antico e legatoria artistica. Il territorio marchigiano può vantare la presenza di diversi laboratori tuttora operativi.
R: L Ricci
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