ASCOLI. Nella festa che il centrodestra organizzerà per la vittoria al Comune ed alla Provincia di Ascoli, i primi invitati saranno sicuramente i dirigenti locali del Pd (e anche dell'Idv), i veri protagonisti del "cappotto" del centrodestra e della Caporetto del centrosinistra. Su tutti l'on. Agostini, il regista del "suicidio" del centrosinistra, ma anche il coordinatore provinciale del Pd Mauro Gionni, il candidato presidente Mandozzi,
i vari Firmani e Allevi, già protagonisti di altri rovinosi rovesci del centrosinistra ascolano, il sempre presente (soprattutto quando vengono prese le decisioni sbagliate) coordinatore dell'Idv Dante Merlonghi. Senza il loro "geniale" contributo, di fronte al quale anche il mitico "Tafazzi" (il noto personaggio del trio Aldo, Giovanni e Giacomo che gioiva nel colpirsi i genitali) appare un dilettante masochista, il Pdl non avrebbe mai potuto conquistare la Provincia e, probabilmente, confermare il Comune di Ascoli. Erano 15 anni che il centrosinistra governava la Provincia di Ascoli e, dopo gli ottimi 5 anni di amministrazione Rossi, c'erano tutti i presupposti per confermare questa tendenza.
Lo testimoniavano tutti i sondaggi effettuati alla fine del 2008, che confermavano come il presidente Rossi avrebbe tranquillamente vinto al primo turno contro qualsiasi avversario avesse presentato il Pdl, lo ribadiva inequivocabilmente la tradizionale indagine sul gradimento degli amministratori locali che poneva Rossi tra i presidenti delle 105 province italiane con il maggiore gradimento da parte dei cittadini (oltretutto in crescita rispetto agli anni precedenti).
Poi è arrivato il "colpo di genio" approvato da Agostini, Gionni, Merlonghi e dai loro fedeli valletti che, a pochi mesi dalla fine del mandato, hanno deciso che il candidato del centrosinistra non doveva essere Rossi che così bene aveva amministrato, bensì il vicepresidente (e membro del Pd) Mandozzi che, tra l'altro, era il titolare dell'unico assessorato (quello del lavoro) che nei 5 anni di amministrazione Rossi aveva ottenuto risultati deludenti. E, quel che è peggio, la decisione è stata presa non perchè non si condivideva il modo di amministrare di Rossi (in questo caso sarebbero dovute arrivate le dimissioni di Mandozzi e degli esponenti di Pd e Idv presenti in giunta), ma per uno strampalato progetto dei dirigenti locali del Pd e per la bramosia di Mandozzi che già 5 anni prima aveva mal digerito la scelta di Rossi come presidente.
Non paghi della folle decisione, Mandozzi ed i "geni" del Pd hanno poi condotto una campagna elettorale tutta volta a screditare l'operato di Rossi (non rendendosi conto che, in tal modo, si autoscreditavano), amzichè mettere all'angolo il candidato del Pdl Celani, sfiduciato dal Consiglio comunale di Ascoli. E neppure dopo i disastrosi (per il Pd) risultati del primo turno, nel quale invece Rossi ha ottenuto un risultato davvero stupefacente, i "geni" del Pd hanno ritenuto opportuno fare marcia indietro. Alla fine inevitabile è arrivata la debacle che premia l'ex sindaco di Ascoli Celani, eletto presidente della Provincia per "grazia ricevuta" e, in qualche modo, anche il presidente uscente, di cui va lodata la coerenza, virtù sempre più rara nella politica italiana attuale.
A rendere ancora più pesante la debacle del centrosinistra ascolano è poi arrivata anche la sconfitta al Comune dove il distacco minimo tra Castelli (Pdl) e Canzian (Pd) dimostra come questa volta il centrosinistra, con il centrodestra spaccato, aveva tutte le possibilità di vincere. Sarebbe, però, servita una campagna elettorale diversa, più aggressiva e volta ad evidenziare i tanti problemi lasciati irrisolti da 10 anni di amministrazione di centrodestra (dai parcheggi alle opere pubbliche, dalle tariffe sempre più elevate di determinati servizi allo stato di abbandono di strade, marciapiedi e aree verdi, per non paralare del "deserto culturale").
E sarebbe servita anche una maggiore presenza e visibilità da parte del candidato del Pd Canzian che per buona parte della campagna è stato praticamente "invisibile", con il suo rivale del Pdl Castelli invece presente ovunque e con le prime pagine dei giornali e delle tv locali occupate soprattutto dallo stesso Castelli e da Ciccanti. Della presenza di Canzian alle elezioni comunali praticamente gli ascolani se ne sono accorti solo pochi giorni prima delle elezioni stesse. Il candidato del Pd, tra l'altro, non è stato neppure capace di portare il dibattito sui reali problemi della città e non, come ha sapientemente fatto Castelli con la sua imponente campagna elettorale, su problemi spesso inesistenti (in particolare sull'ospedale).
Ora, dopo una simile batosta e dopo scelte così sballate, i dirigenti del Pd e dell'Idv locale, se hanno ancora un briciolo di dignità politica, dovrebbero immediatamente rassegnare le dimissioni. I vari Gionni, Allevi, Firmani, Merlonghi farebbero bene a ritirarsi a vita privata. Lo stesso onorevole Agostini dovrebbe limitarsi a portare avanti il suo "esilio" dorato in Parlamento senza più occuparsi delle vicende locali, mentre Mandozzi, dopo una sconfitta così pesante ed inequivocabile, farebbe bene a dimettersi anche da consigliere provinciale, lasciando il suo posto a qualche altro esponente del Pd, magari più giovane, meno preoccupato di occupare le massime poltrone e più capace di capire le esigenze dei cittadini. Ed a proposito di dimissioni, coerenza vorrebbe che Walter Gibellieri, che dopo aver dichiarato di appoggiare Castelli occupa in maniera inopportuna due seggi del Consiglio comunale riservati all'opposizione, lasciasse quei due seggi a qualcun altro. Una coerenza politica che, almeno fino ad oggi, Gibellieri non è riuscito a dimostrare.
Fotografia: La Faccia inocente di Agostini Luciano
i vari Firmani e Allevi, già protagonisti di altri rovinosi rovesci del centrosinistra ascolano, il sempre presente (soprattutto quando vengono prese le decisioni sbagliate) coordinatore dell'Idv Dante Merlonghi. Senza il loro "geniale" contributo, di fronte al quale anche il mitico "Tafazzi" (il noto personaggio del trio Aldo, Giovanni e Giacomo che gioiva nel colpirsi i genitali) appare un dilettante masochista, il Pdl non avrebbe mai potuto conquistare la Provincia e, probabilmente, confermare il Comune di Ascoli. Erano 15 anni che il centrosinistra governava la Provincia di Ascoli e, dopo gli ottimi 5 anni di amministrazione Rossi, c'erano tutti i presupposti per confermare questa tendenza.
Lo testimoniavano tutti i sondaggi effettuati alla fine del 2008, che confermavano come il presidente Rossi avrebbe tranquillamente vinto al primo turno contro qualsiasi avversario avesse presentato il Pdl, lo ribadiva inequivocabilmente la tradizionale indagine sul gradimento degli amministratori locali che poneva Rossi tra i presidenti delle 105 province italiane con il maggiore gradimento da parte dei cittadini (oltretutto in crescita rispetto agli anni precedenti).
Poi è arrivato il "colpo di genio" approvato da Agostini, Gionni, Merlonghi e dai loro fedeli valletti che, a pochi mesi dalla fine del mandato, hanno deciso che il candidato del centrosinistra non doveva essere Rossi che così bene aveva amministrato, bensì il vicepresidente (e membro del Pd) Mandozzi che, tra l'altro, era il titolare dell'unico assessorato (quello del lavoro) che nei 5 anni di amministrazione Rossi aveva ottenuto risultati deludenti. E, quel che è peggio, la decisione è stata presa non perchè non si condivideva il modo di amministrare di Rossi (in questo caso sarebbero dovute arrivate le dimissioni di Mandozzi e degli esponenti di Pd e Idv presenti in giunta), ma per uno strampalato progetto dei dirigenti locali del Pd e per la bramosia di Mandozzi che già 5 anni prima aveva mal digerito la scelta di Rossi come presidente.
Non paghi della folle decisione, Mandozzi ed i "geni" del Pd hanno poi condotto una campagna elettorale tutta volta a screditare l'operato di Rossi (non rendendosi conto che, in tal modo, si autoscreditavano), amzichè mettere all'angolo il candidato del Pdl Celani, sfiduciato dal Consiglio comunale di Ascoli. E neppure dopo i disastrosi (per il Pd) risultati del primo turno, nel quale invece Rossi ha ottenuto un risultato davvero stupefacente, i "geni" del Pd hanno ritenuto opportuno fare marcia indietro. Alla fine inevitabile è arrivata la debacle che premia l'ex sindaco di Ascoli Celani, eletto presidente della Provincia per "grazia ricevuta" e, in qualche modo, anche il presidente uscente, di cui va lodata la coerenza, virtù sempre più rara nella politica italiana attuale.
A rendere ancora più pesante la debacle del centrosinistra ascolano è poi arrivata anche la sconfitta al Comune dove il distacco minimo tra Castelli (Pdl) e Canzian (Pd) dimostra come questa volta il centrosinistra, con il centrodestra spaccato, aveva tutte le possibilità di vincere. Sarebbe, però, servita una campagna elettorale diversa, più aggressiva e volta ad evidenziare i tanti problemi lasciati irrisolti da 10 anni di amministrazione di centrodestra (dai parcheggi alle opere pubbliche, dalle tariffe sempre più elevate di determinati servizi allo stato di abbandono di strade, marciapiedi e aree verdi, per non paralare del "deserto culturale").
E sarebbe servita anche una maggiore presenza e visibilità da parte del candidato del Pd Canzian che per buona parte della campagna è stato praticamente "invisibile", con il suo rivale del Pdl Castelli invece presente ovunque e con le prime pagine dei giornali e delle tv locali occupate soprattutto dallo stesso Castelli e da Ciccanti. Della presenza di Canzian alle elezioni comunali praticamente gli ascolani se ne sono accorti solo pochi giorni prima delle elezioni stesse. Il candidato del Pd, tra l'altro, non è stato neppure capace di portare il dibattito sui reali problemi della città e non, come ha sapientemente fatto Castelli con la sua imponente campagna elettorale, su problemi spesso inesistenti (in particolare sull'ospedale).
Ora, dopo una simile batosta e dopo scelte così sballate, i dirigenti del Pd e dell'Idv locale, se hanno ancora un briciolo di dignità politica, dovrebbero immediatamente rassegnare le dimissioni. I vari Gionni, Allevi, Firmani, Merlonghi farebbero bene a ritirarsi a vita privata. Lo stesso onorevole Agostini dovrebbe limitarsi a portare avanti il suo "esilio" dorato in Parlamento senza più occuparsi delle vicende locali, mentre Mandozzi, dopo una sconfitta così pesante ed inequivocabile, farebbe bene a dimettersi anche da consigliere provinciale, lasciando il suo posto a qualche altro esponente del Pd, magari più giovane, meno preoccupato di occupare le massime poltrone e più capace di capire le esigenze dei cittadini. Ed a proposito di dimissioni, coerenza vorrebbe che Walter Gibellieri, che dopo aver dichiarato di appoggiare Castelli occupa in maniera inopportuna due seggi del Consiglio comunale riservati all'opposizione, lasciasse quei due seggi a qualcun altro. Una coerenza politica che, almeno fino ad oggi, Gibellieri non è riuscito a dimostrare.
Fotografia: La Faccia inocente di Agostini Luciano
giugno 2009FRANCESCO DI SILVESTRE(laprovinciamarche)
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