viernes, 26 de junio de 2009

PD a pezzi, Agostini, Gionni e Mandozzi in confusione


La "batosta" elettorale e la conseguente protesta della base del partito ha mandato in tilt i dirigenti ascolani del PD. L'on. Luciano Agostini è in stato di confusione, il candidato presidente Mandozzi è ancora sotto shock e rilascia dichiarazioni sconcertanti, il segretario provinciale Gionni cerca di far cadere
su altri la responsabilità della disfatta. Soprattutto, però, nessuno dei tre, nonostante la debacle, ha ancora manifestato la volontà di farsi da parte, come richiesto da un crescente numero di elettori del Pd e come buon senso e dignità politica consiglierebbero. Agostini, Mandozzi e Gionni, però, restano incollati alla loro poltrona, pronti a condurre il Pd ascolano verso nuove pesanti battute d'arresto.

E pur di restare in sella non esitano a rilasciare dichiarazioni e a fare improbabili analisi del voto tra il surreale e il farsesco. A partire dall'on. Luciano Agostini che, come se fosse un alieno improvvisamente caduto nel territorio piceno, si chiede "come si spiegano i 2 mila voti di scarto (a favore di Canzian) che ci sono ad Ascoli tra Canzian e Mandozzi e le circa 1.800 schede nulle e bianche nelle provinciali rispetto alle 600 delle comunali". Eppure non c'è certo bisogno di scomodare qualche analista politico per capire che quella differenza è determinata dal fatto che il candidato sindaco Canzian era appoggiato anche da partiti e liste che, invece, in Provincia erano con Rossi e non con Mandozzi.

Il segretario provinciale del Pd Gionni, invece, di fronte a tanti elettori del Pd che chiedono le dimissioni dei responsabili del tracollo elettorale, risponde sostenendo che "la scelta di rimpere con Rossi è stata presa dall'intero gruppo dirigente del partito". E, in effetti, i sostenitori ascolani del Pd chiedono proprio le dimissioni in blocco di tutto il gruppo dirigente di cui, tra l'altro, fanno parte e con ruoli di primo piano (oltre a Gionni stesso) anche Mandozzi, Allevi, Firmani e quel D'Angelo (ex sindaco di Offida) che altro non è che espressione dell'on Agostini. Da parte sua Mandozzi dimostra di non aver ancora assorbito il colpo e, visibilmente sotto shock, si è lasciato andare a dichiarazioni surreali.

Dopo aver accusato Spacca e Donati, rei di pensare già alle regionali, il candidato presidente afferma che "se solo si fosse riusciti a mettere da parte veleni, incomprensioni oggi saremmo alla guida sia della Provincia che del Comune di Ascoli. Bastava mettere da parte deleteri personalismi ed aggregare intorno ad un progetto di rilancio del Piceno tutte le forze di centrosinsitra con convizione". Ed è davvero stupefacente scoprire che Mandozzi, ora che le elezioni sono in archivio, dica le stesse cose che sosteneva Rossi 3 mesi fa, quando il PD ha deciso lo "strappo". Qualcuno, però, dovrebbe spiegare al frastornato candidato presidente che non non è necessario andare molto indietro per scoprire chi avrebbe dovuto mettere da parte "deleteri personalismi"...

25 giugno 2009
FRANCESCO DI SILVESTRE (laprovinciamarche

No hay comentarios:

Publicar un comentario